Impatto ambientale di progetti pubblici e privati: il parere delle Regioni

Le Regioni hanno diffuso il documento di parere sullo schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2014/52/UE sulla VIA dei progetti pubblici e privati, passato il 13 marzo scorso al vaglio preliminare del Consiglio dei ministri.
Ecco i punti critici messi in evidenza dalle Regioni all’audizione al Senato sul testo: poco il peso delle Regioni stesse sulla verifica dell’impatto, si rischia una eccessiva centralizzazione delle competenze che non tenga neanche conto del diritto europeo. Inoltre, va individuato il corretto riparto delle competenze e il reinserimento della partecipazione attualmente non contemplata nello schema di decreto.
De seguito il commento tratto dal sito delle Regioni.

Il 9 maggio si è tenuta un’audizione al Senato della Conferenza delle Regioni presso la Commissione Territorio e ambiente per l’esame dello schema di decreto legislativo concernente la valutazione dell’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati. A guidare la delegazione l’assessore della Sardegna, Donatella Spano, coordinatrice della commissione Ambiente ed energia della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
“Il provvedimento intende rafforzare le procedure di verifica dell’impatto ambientale – ha rilevato Spano, che ha lasciato agli atti un documento approvato dalla Conferenza delle Regioni – attraverso una maggiore responsabilizzazione di tutto il sistema. Lo schema di decreto – ha spiegato Spano – non risulta ancora pienamente rispondente ai principi della delega, basati sulla semplificazione e la razionalizzazione delle procedure. In particolare non è ancora valorizzato in modo efficace il parere delle Regioni. Ad esempio è indispensabile che sia garantita alle stesse Regioni la partecipazione alla Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale e al Comitato tecnico istruttorio con un proprio rappresentante.
Va attribuito un maggior peso del parere regionale, al fine di ben rappresentare le caratteristiche del territorio in cui l’opera è da realizzare, naturalmente anche per migliorare gli standard qualitativi del provvedimento finale di competenza statale.
C’è il pericolo di una centralizzazione delle competenze che non tenga neanche conto del diritto europeo, quindi del rispetto dei principi di sussidiarietà e di leale collaborazione delle Regioni, ampliando in modo immotivato il numero dei progetti di competenza statale. Ad esempio qualora vi sia un impatto interregionale, la competenza non si doveva spostare automaticamente allo Stato, ma era da individuare un procedimento tra le Regioni interessate.

E’ da valorizzare e non disperdere l’esperienza delle Regioni in materia di semplificazione dei procedimenti e di coordinamento delle autorizzazioni e delle “buone prassi”, rispettando due decenni di applicazione di leggi regionali e provinciali. In particolare va previsto un regime transitorio finalizzato a consentire il differimento nel tempo dell’attuazione da parte delle regioni e province autonome, che ancora non hanno provveduto, della previsione inerente il coordinamento dei procedimenti autorizzativi nell’ambito del procedimento di VIA.
Vanno individuati nel dettaglio il corretto riparto delle competenze e il reinserimento della partecipazione non contemplata nello schema di decreto per il procedimento di verifica di assoggettabilità (screening). Vanno mantenute le specificità e gli attuali termini per l’espressione del parere regionale in sede di VIA statale e l’eliminazione VIA postuma. Così come deve rimanere un livello progettuale definitivo per le procedure di VIA regionali. È da eliminare la perentorietà dei termini procedimentali e sono anche da mantenere i termini e le modalità per la presentazione delle integrazioni nei procedimenti di VIA. Infine abbiamo ribadito – conclude Spano – che nel rispetto del principio di leale collaborazione e con lo scopo di rendere possibile la tempestiva attuazione del diritto comunitario, abbiamo sottolineato come siano da accogliere gli emendamenti migliorativi presentati”.

Fonte: Insic